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Tutti parlano inglese, tranne gli inglesi e gli americani, ovviamente

Immaginate la sala riunioni di un’azienda internazionale con relatori provenienti da tutto il mondo che parlano tra di loro in inglese. Può anche non essere la loro prima lingua, ma tutti riescono a comunicare efficacemente. Poi entra in sala l’inglese o l’americano di turno e inizia a parlare…

Per anni l’inglese è stata la lingua del business. Per farti strada nel mondo, dovevi studiare l’inglese. In questo i madrelingua hanno sempre avuto un vantaggio naturale: non hanno mai avuto bisogno di studiare, sono sempre potuti andare ovunque parlando la loro lingua. Ma è ancora così?

Nel mondo moderno delle comunicazioni internazionali, si preferisce l’uso della forma di inglese più semplice parlata da persone non madrelingua. Libero da battute, giochi di parole, referenze culturali e non parlato così velocemente, l’inglese internazionale è più facile da capire.

Cos’è, quindi, l’inglese internazionale?

Questo Inglese “spoglio”, conosciuto come Globish, è costituito da circa 1500 parole e da una grammatica semplice e standardizzata. Viene classificato nel 2004 dal francese Jean-Paul Nerriere, un ex executive internazionale alla IBM, che ha venduto più di 200.000 libri di testo tradotti in più di 18 lingue.

Perché il Globish sta avendo successo?

Nel mondo del business le sottili sfumature di una lingua non sono così importanti come una comunicazione chiara. Prendiamo come esempio l’azienda coreana che ha deciso di collaborare con un’azienda francese preferendola ad una inglese proprio perché le comunicazioni, in inglese (!), sono più semplici.

Chi dovrebbe studiare il Globish?

Come studente di inglese aspiri a parlare come un madrelingua e ad imparare tutti i trucchi per usare il present perfect. Ma se dici “I am working for my company since three years”, che differenza fa, davvero? Grammaticalmente è un errore e ferisce la sensibilità di qualsiasi madrelingua Inglese o Americano (incluso il tuo insegnante), ma se tutti capiscono esattamente cosa intendi, dov’è il problema?

Ma perché, quindi, è così difficile capire i madrelingua?

I madrelingua inglesi sono noti per essere pessimi studenti di altre lingue straniere, e ciò per due ragioni: la prima è che le scuole in Inghilterra e in America non insegnano la grammatica; la seconda è che per anni si sono adagiati nella convinzione di non avere bisogno di imparare una seconda lingua. Perché dovrebbero, quando il resto del mondo studia inglese?

Beh, sembra proprio che ora il resto del mondo stia imparando una lingua diversa.

Ma perché, quindi, non riesco a capire gli inglesi e gli americani?

Il non dover imparare una seconda lingua, fa sì che inglesi e americani non sappiano cosa significhi avere problemi di comunicazione. Non hanno mai sperimentato in prima persona le difficoltà che una persona che studia una nuova lingua deve affrontare, quindi non pensano proprio ad adeguare e modificare il loro linguaggio. Continuano ad usare frasi idiomatiche (idioms, barking up the wrong tree – rivolgersi alla persona sbagliata), sinonimi (complimentary/gratis/free – gratis), colloquialismi (I wasn’t born yesterday – non sono nato ieri), e phrasal verbs (just get on with it! – datti una mossa!) senza pensare all’impatto che questi hanno sulla loro lingua.

Come tutti quando parlano nella loro lingua madre, anche gli inglesi e gli americani usano humor, referenze culturali e slang. Questo rende sicuramente la lingua più affascinante e coinvolgente per gli interlocutori, ma ovviamente più difficile da capire per i non madrelingua.

Imparare a valutare la propria lingua è un’abilità con la quale ogni studente o insegnante familiarizza in fretta. La capacità di farsi capire anche da chi ha un livello basso deriva, invece, dall’essere empatici nei confronti di quelle persone che stanno imparando.

I madrelingua sono spesso convinti che le loro abilità linguistiche superiori li rendano più facilmente comprensibili da un pubblico di non madrelingua – non è quasi mai vero. Sono invece gli studenti stranieri, con la loro migliore capacità di comprensione della grammatica inglese e una pronuncia più chiara, quelli che riescono a comunicare in modo più efficace.

Corsi di inglese per madrelingua

Ora sono i madrelingua inglese che hanno la necessità di moderare il loro linguaggio, semplificando il loro modi di parlare cosicché gli stranieri possano capirli più facilmente. Le aziende offrono ai propri impiegati madrelingua corsi di Globish o di International English per aiutarli a comunicare più efficacemente.

Cosa possono fare, quindi, i madrelingua Inglesi?

Parlare più lentamente – il tuo interlocutore probabilmente ha bisogno di un momento in più per capire cosa dici e formulare una risposta.

Esprimersi con precisione – assicurati di pronunciare le parole chiaramente, separando i suoni e riducendo le contrazioni.

Scegli con cura le parole – usa un linguaggio semplice e parole basilari (I like – mi piace) non sfumature più ricche (I just adore – semplicemente amo).

Assicurati di essere compreso – guarda il tuo interlocutore per accertarti che ti stia seguendo. Chiedi se ha capito cosa hai detto (non dicendo “hai capito?).

Studia una lingua – una qualsiasi. Anche solo le basi. Impara cosa significa parlare un’altra lingua, quali sono i limiti e come funziona.

Sii informato e rispettoso – ogni cultura ha diversi codici insiti nella propria lingua, una cosa considerata accettabile o addirittura normale in un luogo può non esserlo in un altro.

Studia l’inglese – procurati un libro di grammatica e rispolvera la tua conoscenza dei verbi così da comprendere il punto di vista delle persone con cui parli e, chissà, magari anche migliorare il tuo inglese.

Di’ addio alle frasi idiomatiche – ricordo quando mio padre mi disse che ad un seminario di circa 500 persone mostrò una slide con una papera per simbolizzare la frase “get your duck in a row” (essere organizzati – lett. mettere le tue paperelle in fila). Quando guardò il suo pubblico vide un mare di facce confuse che non avevano nemmeno lontanamente capito né la sua battuta né quello che stava cercando di comunicare.

“Taglia” i phrasal verb – senza iniziare ora una lezione di grammatica, i phrasal verb (cut out – smettere) si formano quando affianchi un verbo (get, set, give) ad una preposizione o ad un avverbio (up, down, in). Scegli un’altra espressione che possa essere invece considerata equivalente, per esempio tolerate invece di put up with (tollerare), o progress invece di get on with (continuare).

Rinuncia ad ogni riferimento culturale – spesso non ci rendiamo conto che gran parte della nostra comunicazione proviene da situazioni a noi familiari: un americano potrebbe dire “hot dog” quando gli succede qualcosa di positivo, ma questo non avrebbe alcun senso per un giapponese.

I riferimenti culturali sono spesso un problema nell’ambito delle comunicazioni internazionali e sono da tener presente quando si prepara una strategia di business per un mercato estero. Considerare il pubblico internazionale già dall’inizio per assicurarsi che ogni contenuto sia adatto alla localizzazione è una buona idea. Si può rimuovere ogni riferimento culturale che potrebbe non essere compreso, mal interpretato o semplicemente considerato strano da una persona appartenente ad una diversa cultura.

Un esempio recente l’ho avuto leggendo le istruzioni di una pentola a pressione comprata online. I nove programmi di cottura comprendono curry (so a malapena cucinarlo in Italia) e congee (un particolare porridge di riso – per il quale non riesco nemmeno a trovare gli ingredienti). Se dovessi promuovere questo prodotto in Inghilterra terrei la ricetta del curry (gli inglesi lo amano) e toglierei quella per il congee (non saprebbero nemmeno cos’è). Qui in Italia, comunque, sarebbe stato meglio non inserire né l’una né l’altra e aggiungere una ricetta per la salsa di pomodoro.

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