Le statistiche parlano chiaro: i giovani italiani sono quelli che in Europa conoscono meno le lingue straniere, viaggiano poco oltre i confini e sono poco propensi a fare esperienze di studio e di vita all’estero rispetto ai loro coetanei degli altri Paesi europei.
Per provare a sopperire a queste mancanze, sempre più spesso i genitori cercano per i propri figli un’offerta formativa che sia più aperta alle lingue straniere, ossia scuole internazionali e scuole bilingue. Ma in cosa si differenziano tra loro questi due tipi di scuole?
Le scuole internazionali
Le scuole internazionali seguono in tutto e per tutto i sistemi scolastici di un Paese diverso dall’Italia, utilizzando la lingua, il metodo didattico e i programmi di quel Paese (ad esempio: la scuola internazionale tedesca utilizzerà l’impianto didattico-culturale utilizzato in Germania). L’italiano viene studiato in queste scuole come lingua seconda (L2), anche se chi la frequenta è italiano figlio di italiani.
L’apprendimento in questo tipo di scuole è più veloce, perché l’esperienza formativa viene vissuta con una piena immersione nella lingua straniera a 360°, ed è possibile per lo studente acquisire competenze e certificazioni proprie di altri sistemi scolastici che potrebbero favorirne la mobilità in altri Paesi. D’altro canto, però, c’è il rischio di sradicarsi troppo dalla cultura italiana e di avere problemi di riconoscimento dei titoli conseguiti o di reinserimento nella scuola pubblica se necessario.
Le scuole bilingue
Le scuole bilingue invece seguono i programmi ministeriali italiani come tutte le altre scuole pubbliche, ma con un numero maggiore di ore dedicate allo studio della lingua straniera o allo studio di altre materie in lingua straniera (da 4 ore in più rispetto alle scuole pubbliche – troppo poche – a 15 ore in più – già ragionevoli) e la presenza di docenti madrelingua in grado di svolgere le lezioni direttamente in lingua.
L’apprendimento in questo tipo di scuole è più lento, perché la maggior parte delle ore di lezione si tiene sempre in italiano, però lo studente ha maggiore opportunità di utilizzare la lingua straniera rispetto ai coetanei di altre scuole, e inoltre non avrà mai problemi di riconoscimento degli anni svolti presso la scuola bilingue nel caso in cui decida di tornare alla scuola pubblica.
In assenza di una normativa precisa sull’organizzazione delle scuole internazionali e bilingue, è bene quindi che i genitori si informino bene sul tipo di insegnamento offerto da ognuna di queste scuole, e che anche loro si impegnino per conoscere quella lingua e quella cultura se ancora non lo hanno fatto: mandare il proprio figlio in una scuola in cui dovrà svolgere dei compiti in inglese, se il genitore non conosce minimamente questa lingua, potrebbe rivelarsi una scelta azzardata.
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