TERM OF THE WEEK: RAZZISMO SISTEMICO
Una breve (più o meno) storia del “razzismo sistemico” in America
Il 25 maggio 2020 un poliziotto americano bianco ha fermato un uomo di colore disarmato, George Floyd, sospettato di aver provato ad utilizzare una banconota da 20$ falsa in un negozio. L’uomo è stato ammanettato, steso per terra e immobilizzato dall’agente che per 8 minuti e 46 secondi ha continuato a premere col ginocchio sul suo collo. Floyd è morto poco dopo, mentre altri 3 poliziotti sono rimasti a guardare senza fare nulla. Gli Americani si sono indignati. L’ennesimo uomo di colore disarmato ucciso da un poliziotto bianco ha innescato proteste in tutto il paese e ha puntato nuovamente i riflettori sul tema del razzismo in America. I bianchi, disinformati e privilegiati, sono rimasti sconvolti e hanno iniziato a chiedersi: “Come è potuto succedere?”. Bene, la risposta è “Perché è sempre stato così”. Per capire meglio, dobbiamo conoscere la complessa storia di ingiustizie razziali e discriminazioni che da sempre ha caratterizzato la storia degli Stati Uniti. Ecco perché si parla di “razzismo sistemico”.
Nel 1776, stanchi di versare tasse alla monarchia inglese senza avere voce in capitolo nelle decisioni di governo e di subire continui controlli e ingiuste restrizioni, alcuni coloni rivoluzionari decisero di liberarsi dalla tirannia. Scrissero un documento al re d’Inghilterra nel quale affermavano: “Noi riteniamo che le seguenti verità siano di per se stesse evidenti; che tutti gli uomini sono stati creati uguali”, sostenendo che il compito dei governanti era proprio quello di garantire questo diritto. Queste parole, che aprono il testo della Dichiarazione di Indipendenza, sono diventate motivo di orgoglio nazionale, a dimostrazione che gli Stati Uniti da sempre sostengono e difendono l’uguaglianza.
Il concetto è giustissimo. Peccato che quel documento sia stato firmato da 57 persone, 41 delle quali possedevano degli schiavi. Peccato che in una popolazione composta da circa 3,5 milioni di coloni, più di 600.000 persone erano ridotte in schiavitù per il colore della propria pelle. Ma l’ipocrisia sembrò sfuggire ai più. L’istituzione della schiavitù fu argomento caldo e ampiamente dibattuto sin da quando gli Stati Uniti dichiararono la propria indipendenza dal governo britannico, ma venne sempre considerato un “problema del Sud” e pertanto mai affrontato seriamente per paura che farlo potesse distruggere il Paese prima ancora che fosse pienamente costituito.
LA GUERRA CIVILE CHE HA DIVISO L’AMERICA
Di fatto, gli Stati Uniti trascorsero i loro primi 84 anni aggirando questo problema, con un compromesso dietro l’altro, per mantenere in vigore la schiavitù nel Sud del Paese in modo tale che alle industrie del Nord continuasse ad arrivare cotone di alta qualità con costi bassissimi di manodopera. Con l’elezione di Abraham Lincoln nel 1860, nonostante i tentativi del presidente di conquistare il favore dei sudisti, questi ultimi iniziarono a sentirsi fortemente minacciati dalla sua politica anti-espansionista e dalle posizioni anti-schiaviste, e pertanto diedero il via ad un processo di secessione dagli Stati Uniti che sfociò nella guerra più cruenta e sanguinosa della storia americana, la Guerra Civile. Nel 1865, dopo la morte di 600.000 americani per mano dei loro stessi connazionali, il Sud si arrese. Alla fine della guerra vennero approvati alcuni emendamenti alla Costituzione americana che bandirono la schiavitù, estesero la cittadinanza agli schiavi liberati e garantirono il diritto di voto a tutti i cittadini (ehm…eccetto le donne). Per essere riammessi nell’Unione, gli Stati del Sud dovettero ratificare ognuno di questi emendamenti con sistema di voto aperto. Nel giro di poco tempo, gli Stati del Sud iniziarono a vedere americani neri eletti nei governi locali e i primi veri cambiamenti allo status quo.
LA SCHIAVITÙ SOTTO UN’ALTRA VESTE
Ci piacerebbe dire che questo è stato l’inizio di un percorso di rinascita. Invece, la supremazia bianca lo vide come una minaccia. Chi credeva nell’uguaglianza “solo di alcuni” avviò atti di aggressione e intimidazione, e gli organi legislativi statali iniziarono ad escogitare limitazioni ai diritti di voto attraverso una ridefinizione sistematica delle leggi.
Le cosiddette “Grandfather Clauses” (Clausole di anteriorità) ad esempio, concessero di votare solo ai cittadini che avessero potuto dimostrare di possedere delle proprietà prima del 1865 (quindi tagliando fuori di fatto gli afroamericani).
Per accedere al voto furono resi obbligatori test di cultura generale (ma i bianchi erano ovviamente esonerati).
Poll taxes (tasse elettorali) vennero richieste al momento del voto, e anche questo divenne una limitazione per gli afroamericani per i quali era impossibile trovare i fondi necessari.
Fin da subito, dunque, venne messa in atto una serie di sconcertanti restrizioni.
Per intimidire ulteriormente gli afroamericani, furono costituite società segrete incitanti all’odio e al razzismo come il Ku Klux Klan (KKK). Il KKK utilizzava, nel migliore dei casi, tecniche intimidatorie, e al suo peggio linciava pubblicamente gli afroamericani. A partire dal 1866, il governo centrale e le istituzioni locali emanarono negli anni leggi conosciute come i Black Codes, create appositamente per rafforzare il potere in mano ai bianchi e stabilire dove e quando i neri potessero vivere e agire. A queste seguirono dal 1870 le cosiddette leggi Jim Crow, le più ignobili nella storia delle leggi americane, che contribuirono a sistematizzare la segregazione razziale per i neri. Nell’America del Sud divenne illegale per le persone di colore accedere agli stessi servizi dei bianchi: i neri non potevano utilizzare le stesse fontane pubbliche dei bianchi, gli stessi parchi o gli stessi vagoni dei treni, non potevano nuotare nelle stesse acque e men che meno sposarsi con persone di razza diversa. Queste leggi divennero pratiche istituzionali e la discriminazione razziale rimase una ferita sempre più profonda all’interno del Paese. Ogni aspetto della vita negli Stati del Sud era regolamentato da queste leggi: l’economia, perché influenzavano la possibilità di ottenere prestiti dalle banche; la vita sociale, perché determinavano chi poteva o non poteva trovarsi nello stesso luogo; l’istruzione, perché impedivano ai bambini neri di frequentare le stesse scuole pubbliche dei bambini bianchi. Molti Stati del Nord si limitarono ad ignorare la situazione, mentre altri come lo Stato dell’Oregon aggiunsero clausole alla Costituzione note come “Leggi di esclusione” che dichiaravano illegali i neri presenti sul territorio. I governi centrale e locale si espressero a favore di queste leggi, e anche la Corte Suprema degli Stati Uniti la approvò, per cui il sistema continuò a reggere.
I suprematisti bianchi furono incoraggiati a proseguire le loro pratiche di terrore.
Giovani neri furono accusati e perseguitati, come il quattordicenne Emmett Till, che nel 1955 venne brutalmente assassinato solo per aver rivolto la parola ad una donna bianca all’interno di un locale.
Intimidito dall’operato di alcune congregazioni locali di neri che si battevano per promuovere i diritti civili, il 15 settembre 1963 il KKK organizzò un attentato dinamitardo presso la Chiesa Battista della 16° strada uccidendo 4 bambine nere. Crocifissi bruciati, neri molestati e linciaggi che divennero eventi pubblici.
Proprio in questo clima iniziò a prendere forma il Movimento per i diritti civili e la battaglia per l’integrazione arrivò all’attenzione del mondo intero. Ispirati da Martin Luther King, Malcolm X, Angela Davis e molti altri gruppi come SNCC (Student Nonviolent Coordinating Committee), NAACP (National Association for the Advancement of Colored), SCLC (Southern Christian Leadership Conference) e il Black Panther Party, i giovani americani iniziarono a combattere in nome della giustizia e dell’uguaglianza organizzando sit-in, marce per la libertà, freedom ride e proteste pacifiche in tutta la nazione. Alla vista delle immagini degli interventi brutali della polizia contro i protestanti pacifici e dei messaggi di odio diffusi dall’élite bianca attraverso gli schermi di tutte le televisioni, gli americani preoccupati non riuscirono più a rimanere in silenzio. Molti iniziarono ad organizzare incontri e marce per la giustizia, chiedendo un cambiamento verso la reale uguaglianza.
Nel 1964, 99 anni dopo che la Guerra Civile aveva formalmente posto fine alla schiavitù, un presidente americano (Lyndon B. Johnson) emanò il Civil Right Act, che di fatto pose fine al sistema di segregazione istituito con le leggi Jim Crow.
I SISTEMI FANNO FATICA A CAMBIARE
Ma, esattamente come un secolo prima, molti non erano ancora pronti ad assistere allo smantellamento di quel sistema che fino ad allora ne aveva garantito il potere. Si possono cambiare le leggi, ma sradicare convinzioni razziste e un sistema secolare costruito intorno ad esse richiede molto di più. Negli ultimi 50 anni qualche passo in avanti è stato compiuto: con l’integrazione dei neri nelle scuole è stato normalizzato il concetto di uguaglianza e coesistenza pacifica tra culture e ideologie diverse; implementando le misure per garantire a tutti i diritti di voto le persone di colore adesso possono fare sentire la loro voce in politica e costituiscono una fetta di elettorato consistente da conquistare. La cultura americana è stata così tanto arricchita, intrisa e influenzata dai contributi della popolazione afroamericana che ancora oggi i giovani riescono a trovare in quelle figure ispirazione ed eroi in cui riconoscersi.
LA STORIA SI RIPETE
Purtroppo, nonostante questi lenti progressi, il sistema non è ancora stato del tutto smantellato. Giovani afroamericani disarmati vengono uccisi dalla polizia e dai vigilanti in modo assolutamente sproporzionato rispetto ai bianchi. Solo il 3% del Senato degli Stati Uniti è rappresentato da afroamericani mentre più del 14% della popolazione si identifica come tale.
Microaggressioni e atti di sottile discriminazione vengono compiuti ogni giorno e ogni momento in tutto il Paese. Monumenti ai generali della Guerra Civile sono ancora esposti negli spazi pubblici e la bandiera confederata che simboleggia la secessione sventola ancora alle finestre, o sul retro dei camion, o ancora sulle fibbie delle cinture. Quelli che si rifiutano di affrontare conversazioni sul razzismo si dichiarano privi di pregiudizi razziali. Quelli che non riescono ad affrontare il problema sostengono che i privilegi dei bianchi non esistono. E il primo emendamento della Costituzione degli Stati Uniti d’America sancisce la libertà di espressione, preziosa al punto di andare oltre la libertà di proteggerci da parole cariche di odio che inneggiano al razzismo, all’intolleranza e alla supremazia bianca.
Quindi, nel 2020, dopo l’omicidio di George Floyd da parte di un poliziotto americano; dopo la morte di Ahmaud Arvery per mano di vigilanti bianchi; dopo l’irruzione della polizia nella casa sbagliata conclusasi con l’omicidio di Breonna Taylor; dopo aver sentito le storie di Eric Garner, Trayvon Martin, Michael Brown, Sandra Bland, Philando Castile e tanti altri che potremmo elencare…ne abbiamo abbastanza. Nessuno di noi riesce a respirare in questo sistema. Noi crediamo davvero che queste verità siano evidenti: tutti sono creati uguali, e BLACK. LIVES. MATTER.
GLOSSARY:
SISTEMICO: che si applica ad un intero sistema, società o istituzione
RAZZISMO SISTEMICO: insieme di norme, atteggiamenti, convinzioni all’interno di una società che di fatto discriminano persone di colore
RIVOLUZIONARIO: persona che partecipa ad una rivoluzione
UGUALE: che si trova in condizioni di parità
DICHIARAZIONE DI INDIPENDENZA: documento che segnò l’indipendenza di 13 stati del nord America dalla Gran Bretagna
UGUAGLIANZA: condizione di pari diritti politici, sociali ed economici
SCHIAVO: persona considerata da un punto di vista giuridico come proprietà altrui, e pertanto priva di ogni diritto
COLONIZZATORE: persona che si stabilisce su un territorio e se ne appropria
RIDURRE IN SCHIAVITÙ: mettere in condizione di schiavitù, privare di ogni diritto
ISTITUZIONE DELLA SCHIAVITÙ: legalizzazione della pratica di riduzione in schiavitù
SCHIAVITÙ: sistema per il quale alcune persone sono considerate da un punto di vista giuridico come proprietà altrui, e pertanto prive di ogni diritto ANTI-EXPANSIONIST: contro una politica di espansione dei possedimenti terrieri e del potere di uno Stato
GUERRA CIVILE: Guerra combattuta tra gruppi di persone che vivono nello stesso paese
ARRENDERSI: smettere di combattere e dichiararsi sconfitto
EMENDAMENTO: modifica ad una legge già in vigore
COSTITUZIONE AMERICANA: legge suprema degli Stati Uniti
BANDIRE: vietare
CITTADINANZA: condizione e status di cittadino, con i suoi diritti e doveri
LIBERARE: rendere libero da vincoli e obblighi
DIRITTO DI VOTO: diritto di partecipare alle elezioni ed esprimere il proprio voto
UNIONE: nome degli Stati Uniti durante la Guerra Civile
RATIFICARE: dare approvazione formale
NERO AMERICANO: Americano con pelle nera
SUPREMAZIA BIANCA: ideologia basata sulla convinzione che i bianchi siano superiori agli altri gruppi razziali
ORGANI LEGISLATIVI: organi a cui è attribuita la facoltà di emanare le leggi
SISTEMATICO: fatto secondo criteri specifici e in modo efficace e continuativo per raggiungere un preciso scopo
GRANDFATHER CLAUSES (Leggi di anteriorità): leggi entrate in vigore negli stati del Sud America dopo il 1890 per limitare il diritto di voto alle persone di colore
TEST DI CULTURA GENERALE: esame per verificare se una persona ha un grado di alfabetizzazione di base per accedere al voto
POLL TAX: tassa da versare per accedere al voto
RESTRIZIONE: regola ufficiale che limita cosa una persona può o non può fare
GRUPPO DI ODIO: gruppo di persone che inneggia all’odio e alla violenza verso membri di una razza, etnia, nazione, religione o genere sessuale
KU KLUX KLAN: gruppo di odio americano che ha come bersaglio principale le persone di colore
TECNICA DI INTIMIDAZIONE: atto o minaccia che ha lo scopo di incutere timore e costringere qualcuno a fare o non fare qualcosa
LINCIARE: uccidere
GOVERNO: gruppo di persone con l’autorità di governare un paese o uno stato
BLACK CODES: leggi che regolavano la vita degli afroamericani
JIM CROW LAWS: leggi che hanno inasprito la segregazione razziale negli Stati Uniti SEGREGAZIONE RAZZIALE: restrizione dei diritti civili di una particolare etnia
DI COLORE: con pelle scura
ISTITUZIONALE: relativa ad una istituzione
IMPEDIRE: vietare
LEGGI DI ESCLUSIONE: leggi che regolavano la vita degli afroamericani
TERRORE: paura e violenza
ACCUSARE: incolpare
DIRITTI CIVILI: insieme di diritti e libertà degli individui
MOVIMENTO PER I DIRITTI CIVILI: movimenti sociali negli Stati Uniti i cui obiettivi erano porre fine alla segregazione razziale e alla discriminazione contro le persone di colore
INTEGRAZIONE: incorporazione di individui o gruppi in una società
SNCC: Student Nonviolent Coordinating Committee, un gruppo americano a tutela dei diritti civili
NAACP: National Association for the Advancement of Colored, un gruppo americano a tutela dei diritti civili
SCLC: Southern Christian Leadership Conference, un gruppo americano a tutela dei diritti civili
BLACK PANTHERS PARTY: un gruppo americano a tutela dei diritti civili
GIUSTIZIA: equità di trattamento e rispetto dei diritti di ognuno
SIT-IN: manifestazione di protesta attuata sedendosi per terra in luoghi pubblici
FREEDOM RIDE: corse, per esempio, su autobus, in segno di protesta contro la segregazione razziale
MARCIA: manifestazione di protesta attuata camminando
PROTEST: manifestazione di dissenso e disapprovazione contro un’azione, un atto specifico o una ideologia
BRUTALITÀ DELLA POLIZIA: uso di forza ingiustificata ed eccessiva da parte degli agenti di polizia
DISTRUGGERE: fare scomparire qualcosa
SMANTELLARE: mettere fine a qualcosa
SRADICARE: eliminare qualcosa dalle fondamenta
RAZZISTA: persona che ritiene che altri esseri umani siano inferiori per il colore della pelle, la lingua, la religione, l’orientamento sessuale o altri fattori
NORMALIZZARE: fare diventare normale
PERSONE DI COLORE: persone con pelle nera
AFROAMERICANO: americano con pelle nera
DISCRIMINAZIONE: distinzione sulla base di un giudizio o una classificazione
BANDIERA CONFEDERATA: bandiera solitamente sventolata negli stati del Sud America per rappresentare l’orgoglio sudista ma anche la supremazia bianca e il razzismo
SECESSIONE: separazione degli Stati del Sud dall’Unione nel 1860
RAZZISMO: convinzione secondo cui alcuni esseri umani siano inferiori agli altri per il colore della pelle, la lingua, la religione, l’orientamento sessuale o altri fattori
PRIVILEGIO BIANCO: vantaggi legalizzati e sistemici riservati alle persone bianche INTOLLERANZA: incapacità di accettare visioni e ideologie differenti dalle proprie
BLACK LIVES MATTER: movimento attivista internazionale, originato all’interno della comunità afroamericana, impegnato nella lotta contro il razzismo