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L’americano è una lingua?

Vi siete mai chiesti se l’americano è una lingua? Come mai continuiamo a chiamarlo inglese anche se viene parlato in un paese completamente diverso ed emancipato? L’America si è liberata dal dominio coloniale già nel 1700 ed è arrivata a costruire un impero rivale, ma non è arrivata anche ad una totale emancipazione della lingua.

L’inglese parlato in America non si è evoluto più di tanto da quello usato dai colonizzatori nel XVII secolo, nonostante gli Stati Uniti siano un connubio di popoli e culture che avrebbero dovuto apportare molti più cambiamenti in una lingua viva e molto usata.

Che ci piaccia o no, l’inglese americano così com’è, così come il dollaro americano, ha già una posizione di rilievo in tutto il mondo, per cui probabilmente gli americani non hanno mai avuto né la necessità né l’interesse di creare una lingua distinta dall’inglese standard.

Questo però non deve portare a sottovalutare le differenze tra le due lingue e soprattutto tra le due culture. Ad esempio, ci sono differenze di uso di vocaboli fra americano ed inglese: elevator e lift, per ascensore; autumn e fall per autunno; mad e angry per arrabbiato, e così via. Anche l’inglese britannico ha introdotto alcuni termini nati in America – non solo il contrario – come ad esempio nel caso di cocktail, talented, reliable, o influential.

Tuttavia i due linguaggi sembrano muoversi in parallelo e la differenza più grossa rimane nello spelling di alcune parole e nella pronuncia dei vocaboli, ma non nell’uso degli stessi.

E’ sempre fondamentale, nel momento in cui si traduce un testo verso l’inglese, capire a chi il testo è destinato per poter localizzare al meglio i contenuti sia dal punto di vista linguistico che culturale e renderli così efficaci anche nella lingua target.

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