WORD(s) OF THE WEEK: CAREMONGERING e altre parole di impegno sociale
Le avversità uniscono. Nei momenti di crisi o di difficoltà attraversiamo diverse fasi: paura, confusione, accettazione e infine azione. Come dice Lee Iacocca, “In tempi di grande stress o avversità, è sempre meglio tenersi occupati e incanalare le proprie energie verso qualcosa di positivo.”
In questo momento, la fase di azione è rappresentata da tutte quelle persone che si uniscono (come together), si mobilitano (rally around) e si muovono come una vera comunità (community), all’insegna della solidarietà (solidarity).
Nei momenti di difficoltà le comunità si mobilitano
Le nostre sicurezze sono state minate, ci sentiamo isolati, socialmente distanti, costretti a fare enormi sacrifici; i più vulnerabili sono a rischio, la nostra stabilità mentale è sospesa in un limbo. Ma è proprio qui che emerge la vera natura dell’uomo e prevale l’istinto di sopravvivenza. E si inizia a combattere. La resilienza prende nuove forme: i volontari (volunteer responders) rispondono alla chiamata (answer the call), si compiono atti di gentilezza (act of kindness) anche verso chi non si conosce, si moltiplicano le donazioni (donations) da privati e aziende, i vicini supportano gli altri vicini, persino gli sconosciuti supportano altri sconosciuti. Coesione (cohesion), senso di comunità (sense of community), cura degli altri (caring).
Proprio da questo prezioso impegno a donare (giving) nasce una nuova parola: caremongering.
Caremongering
Questo neologismo, ideato nelle scorse settimane dalla canadese Valentina Harper per “non lasciare indietro nessuno”, è una parola composta da “care”, prendersi cura, e “monger”, vendere. Richiama alla mente la parola “scaremongering”, ossia creare allarmismo, che nasce dall’unione di “scare”, spaventare, e “monger”, vendere.
Ma lo scaremongering, usato per diffondere fake news e fomentare le paure in rete attraverso i social e le chat, viene invece sostituito dal caremongering che si sta diffondendo attraverso i social e le chat tanto quanto il suo corrispondente negativo, ma con l’intento assai più nobile di curare, prendersi cura, diffondere amore (spread the love).
Senso di unità
Le relazioni sociali si sono spostate online, e per questo sono nati gruppi di caremonger e chat in cui persone che non si conoscono si supportano tra loro e aiutano coloro che ne hanno bisogno (in need).
Cittadini che si offrono volontari (volunteers) per acquistare farmaci o spesa agli anziani, chef e panettieri che preparano pasti gratuiti per i bisognosi, servizi di consegna a domicilio che aiutano (help) persone con mobilità ridotta. E ancora, parrucchieri che registrano tutorial, autori che leggono storie, artisti che fanno lezioni gratuite per dare sostegno (comfort) ai più piccoli e aiutarli ad occupare il loro tempo libero. Aziende che modificano i loro cicli produttivi per realizzare beni di maggiore necessità, altre che fanno donazioni (donations) o acquistano materiale sanitario per gli ospedali, altre ancora che promuovono iniziative di solidarietà digitale, corsi online e servizi gratuiti per rafforzare il senso di unione.
Il bisogno di sentirsi connessi (feel connected), prendersi cura degli altri (care) e condividere (share) ha fatto crescere sempre più gruppi di supporto sui social, alcuni dei quali contano già milioni di iscritti. Sono luoghi di socializzazione virtuale che vengono utilizzati per chiacchierare, scambiare ricette, fare gli auguri di compleanno, proporre iniziative, sostenere un amico in difficoltà, sentire una voce amica, condividere un pensiero positivo, avere qualcuno di cui prendersi cura e che si prenda cura di noi.
Sharing is caring
I tempi più bui riescono a tirare fuori il meglio dalle persone: applaudiamo medici e sanitari, cantiamo inni nazionali dai balconi all’unisono (unison), tutti insieme (all together) anche a distanza e in tutto il mondo. La speranza cresce insieme agli arcobaleni appesi alle finestre e alla musica che cantiamo insieme, perché dopo tutto “sharing is caring”, condividere significa avere cura.
La vera natura dell’uomo prevale e la società ritrova il suo senso originario di organizzazione, bisogno di compagnia, vita comunitaria, riunione (gatherings) di persone che appartengono ad uno stesso gruppo. E torniamo a prenderci cura l’uno dell’altro. So, we caremonger.
CAREMONGERING – A LIST OF VOCABULARY WORDS & DEFINITIONS
RALLY AROUND: to join together to support (someone or something) in a difficult time or situation
COME TOGETHER: to form a group
COMMUNITY: a unified body of individuals
SOLIDARITY: unity (as of a group or class) that produces or is based on a community of interests, objectives, and standards
VOLUNTEER: a person who voluntarily undertakes or expresses a willingness to undertake a service
ANSWER THE CALL: to respond by an act or motion
ACT OF KINDNESS: to do something kind
DONATION: the making of a gift especially to a charity or public institution
COHESION: the act or state of sticking together tightly
CARING: feeling or showing concern for or kindness to others
INSPIRED: accomplished beautifully or performed well
GIVING: to present freely and without expecting something in return
SPREAD THE LOVE: to communicate a message of love to other people
IN NEED: in a condition of needing something
HELP: to give assistance or support to
COMFORT: to give strength and hope to
CONNECTED: joined or linked together
SHARE: to partake of, use, experience, occupy, or enjoy with others
UNISON: a harmonious agreement or union
TOGETHER: in or into contact, connection, collision, or union
GATHERING: assembly, meeting