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5 errori di traduzione clamorosi

Se non ci si affida ad esperti del settore, è facile che si facciano errori di traduzione che non solo non permettono di trasferire correttamente il messaggio originale, ma possono anche avere conseguenze più o meno gravi.

Ecco 5 clamorosi errori di traduzione, alcuni dei quali sono davvero rimasti nella storia:

Fiabe
La scarpetta di cristallo di Cenerentola deriva da un errore di traduzione: nel testo originale la scarpetta era semplicemente rivestita di vair, ovvero della pregiata pelliccia di un roditore simile all’ermellino, ma l’omofono verre, ovvero vetro, cristallo, ha creato l’equivoco che ha dato origine alla più nota versione della favola.

Arte
L’iconografia di Mosè con le corna (riprodotta anche da Michelangelo) deriva da un errore di traduzione: nella Bibbia ebraica era scritto che Mosè, dopo aver visto il volto di Dio sul Sinari era diventato raggianti, ma l’ebraico karan o karnaim – raggi – è stato evidentemente confuso con keren – corna – e Mosé è diventato inspiegabilmente cornuto.

Pubblicità
Estee Lauder, colosso multinazionale francese dei cosmetici, ha commercializzato in Germania un prodotto dal romantico nome di “Country Mist” (in inglese “nebbiolina di campagna”), non considerando purtroppo che il termine mist in tedesco significa “letame”. Certo non il nome più appropriato per un cosmetico.

Storia
La distruzione del Monastero di Montecassino nel 1944 è stata causata da un errore di traduzione: in un messaggio tedesco intercettato si confermava che un abt (“abate”) fosse nel monastero, ma la parola venne erroneamente intesa come abbreviazione di abteilung (“battaglione”) e scatenò quindi quello che viene ricordato come il più violento bombardamento di edifici della Seconda Guerra Mondiale.

Marketing e turismo
In occasione di ExpoMilano, un cartellone pubblicitario bilingue è stato esposto con un madornale errore: “Acquista in Fiera il tuo biglietto Expo” è diventato “But (invece di Buy) your ticket at Fieramilano”, suonando come “Tranne il tuo biglietto a Fieramilano”.

Del resto, anche la parola stessa “tradurre” pare sia stata scelta dall’umanista Leonardo Bruni che, traducendo “Le notti antiche” di Aulo Gellio, fraintese traductum, che in latino voleva dire “introdotto”, con “tradotto”: dal suo errore derivano l’odierno tradurre italiano, ma anche lo spagnolo traducir, il francese traduir e il portoghese traduzir.

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