Avreste mai pensato che la lingua italiana possa essere considerata “cool” nel moderno English Speaking World? Ebbene sì. Pensate che in America parlare la lingua di Dante è considerato altamente desiderabile, perché sinonimo di alta cultura. E così come noi italiani abbiamo l’abitudine di inserire parole inglesi nel nostro parlato, così il mondo anglosassone si appropria di alcuni nostri vocaboli. Scopriamone alcuni.
1) Vendetta: questa parola tipica della malavita italiana è diventata un must internazionale per descrivere la rivalità continua fra due fazioni
2) Manifesto: eh si, ogni volta che si devono scrivere obiettivi e finalità di un’associazione civile o politica you write a manifesto!
3) Motto: non dimentichiamoci che every manifesto needs its own motto!
4) A cappella: chi non ha mai cantato senza avere sotto una base musicale. Per alcuni di noi è meglio che la cosa rimanga sotto la doccia …
5) Maestro: questa parola viene usata per indicare un esperto nel campo, soprattutto della musica, pianisti, direttori d’orchestra… Maestro, music please!
6) Fiasco: evento importante, tutto pronto, musicisti in linea, cantanti allineati, sala gremita. E i fischi si alzano dalla tribuna: mannaggia, dovevano restare a cantare sotto la doccia!
7) Cappuccino: una parola che si spiega da sola, eppure fate attenzione: se ordinate un cappuccino negli States aspettatevi una taglia extra large … le dimensioni contano!
8) Ghetto: un angolo di mondo in una città, un logo in cui si trovano sapori, gioie e problemi di una minoranza, un luogo che comunemente evitiamo …
9) Gran Finale: come potevamo non metterlo a conclusione della nostra rassegna: the gran finale is our best bet!
Se volete scoprire come usare parole italiane in contesto internazionale, o anche viceversa, venite a trovarci a maka!
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